Loris Paolucci, un artista riflessivo che accosta uno stile pittorico a tratti geometrico e ritmico a quello onirico fatto di colori squillanti e improbabili verticalismi. La superficie della tela sapientemente preparata ad effetto quasi marmoreo riporta alla memoria sensazioni metafisiche. Nei suoi paesaggi, si respira l'incanto dei luoghi ormai salvi entro le mura medioevali dove fra le case, archi, chiese e campanili si affacciano colombi che ne variano l'incanto. Una pittura, quella di Paolucci, in apparenza semplice in virtù della sua linearità, ma in realtà complessa ed intelligente, carica di sensazioni romantiche, prospettive poetiche spesso impossibili, il tutto attraverso forme elementari e l'uso psicologico del rosso e del blu come fossero metafore visive di concetti filosofici contrapposti: il bene e il male, il bello e il brutto, la luce e il buio. Ogni opera è quindi un'ingegnosa sintesi rappresentativa resa suggestiva, coinvolgente e comprensibile per l'osservatore grazie alla stilizzazione di ogni singolo componente e all'uso sapiente di una grande varietà di colori.